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al testo di Gerardo Dani
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Sia fatta la tua ingenuità, il vezzo infantile per il quale la marea del riso è risoluta risalita a rima dall’arenile fino a rotta voluta. Gusto la ridda di schiume perfette che liberano orizzonti lontani con un crepitio piano su cui scommette l’ala come una sorta di fabbrica del vento che sbatte la porta in faccia al tormento. Sia ripresa l’ingenuità dal tuo vessillo, sia posto in te il rumore dell’anca che si dimena giovane e franca quale richiamo alla pupilla, tolta alla vela seduta stante, di un legnoso relitto natante.
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